Come difendersi dagli uomini violenti

L’Autodifesa Emotiva, la strada che ci conduce a riconquistare le nostre risorse interiori, è risultata un fattore decisivo, capace di salvare tante vite fra le donne che subiscono violenza dai propri compagni.

Sono tanti i fenomeni subdoli che s’insinuano in queste dinamiche violente, dalle dipendenze affettive alle manipolazioni, fino al rischio concreto dell’omicidio.

Accorgersi in tempo di ciò che sta accadendo può impedire che si giunga al peggio.

La violenza psicologica invisibile

Il Gaslighting è un fenomeno molto comune, che ha preso il nome dal famoso film interpretato da Ingrid Bergman. Si tratta di casi, noti fin dall’antichità, in cui la vittima finisce con l’essere inconsapevolmente disarmata di tutte le proprie forze, come avviene in questo film.
Per le persone di natura deboli, o che attraversano momenti di defaillance, è più facile incontrare veri e propri manipolatori i quali, pur di condizionarle, di assumere le redini della loro vita, adottano diversi tipi di strategie.
Una delle più frequenti, anche se può sembrare strano, è quella del silenzio. Un silenzio potente, che arriva proprio quando il debole si aspetta una parola di conforto, di stima, di ammirazione, dalla persona che ama.
Quando questo accade, significa che noi non sappiamo più pensare a noi stessi da soli, che abbiamo bisogno di qualcun altro. Ed è proprio nel momento del bisogno che possiamo facilmente scivolare nella trappola dei raggiri psicologici.
Ciò spiega perché dobbiamo cercare gli strumenti cui aggrapparci per non cadere in situazioni di bisogno così estreme. E questi strumenti attengono al rafforzamento della nostra autostima.
Più in generale, non è sano appoggiarsi completamente a nessuno, i rapporti giusti sono quelli paralleli, in cui l’uno cammina a fianco dell’altro.

Uomini violenti: otto passi salvavita – Le otto A

L’Autodifesa Emotiva prevede otto passi fondamentali, “le otto A”.

Primo: A come Accorgersi. Prendere atto della situazione è il principio di ogni autodifesa. Se non ci accorgiamo di ciò che ci accade intorno e di quanto ne siamo coinvolti, faremo poi fatica a difenderci. Perché lavorare, ascoltare, amare, sono tutte attività o sentimenti che comportano elevati costi ener-
getici. E le nostre risorse non sono illimitate. Accorgersi significa anche capire quando è il momento di passare la staffetta a qualcun altro, perché non ce la possiamo fare.

Secondo: A come Annusare. Annusare l’aria che ci sta intorno, utilizzare i cinque sensi per comprendere cosa sta cambiando nel nostro contesto familiare, anche dal punto di vista meramente fisico. 

Terzo: A come Analizzare. Cosa sta succedendo nel rapporto col partner, momento per momento? Sono in grado di analizzare “l’oggi” e di paragonarlo a come eravamo “ieri”, in una sorta di associazione temporale di fatti e persone? Cosa è cambiato?

Quarto: A come Ascoltare. L’ascolto è naturalmente indispensabile, ma non sempre si presta la giusta attenzione alle parole. Bisogna invece interpretarne il senso profondo, sentire “oltre”.

Quinto: A come Annotare. Prendere appunti, anche se non si vuole tenere un diario, è un modo efficace per tenere sotto controllo ciò che ci sta accadendo e poterlo riesaminare, valutare, anche in seguito, con maggiore razionalità.

Sesto: A come Allenarsi. L’allenamento all’attenzione, a mettere in campo tutte le strategie finora dette, rappresenta una grande conquista. Che non si ottiene
una volta e per sempre, ma necessita appunto di esercizio mentale, proprio come quello fisico. Allenarsi significa diventare perspicaci, attente.

Settimo: A come Agire.
È evidente che una volta attivati gli strumenti non possiamo restare inerti ad attendere cosa accadrà. Dobbiamo assumere le dovute iniziative. Parlarne con qualcuno, recarci a un centro antiviolenza, in casi estremi allontanarci, denunciare.

Ottavo: A come Amarsi.
Se non impariamo ad amare noi stesse non potremo compiere nessuno degli otto passi. Solo amandoci possiamo riuscire a difenderci.

7 segnali per riconoscere gli uomini violenti

  1. Primo Segnale: pretende di organizzare tutto, non lascia spazio alla compagna, le sottrae il legittimo potere decisionale.
  2. Secondo Segnale: vuole avere sempre ragione, si discolpa di tutto anche quando è chiaro che la colpa è sua.
  3. Terzo Segnale: è un soggetto geloso fino all’ossessione.
  4. Quarto Segnale: cerca di suscitare nella compagna sensi di colpa per fatti quasi sempre inventati.
  5. Quinto Segnale: l’abituale manipolazione della realtà, il vedere ciò che non c’è (“Sei rientrata tardi, hai guardato più volte quell’uomo mentre eravamo in sua compagnia”, etc.).
  6. Sesto Segnale: ha alti e bassi di umore.
  7. Settimo Segnale: Primi segnali di violenza fisica. Basta uno spintone, anche solo lo schiaffo, per comprendere che si sta
    andando incontro a un rapporto fisico di tipo lesivo, che prelude a situazioni sempre più pericolose.

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